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Sulle orme di Federico II tra i Castelli di Basilicata [1 parte]

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Castello di LagopesoleEro partita dal Borgo di Sant’Ilario alla scoperta dei Cavalieri Templari. Dall’altura del Calvario dove ho lasciato le croci crociate dell’Ordine, volgo il mio sguardo verso Sud, in direzione della fortezza medioevale: il Castello di Lagopesole. Il mio viaggio riprende sulle orme di Federico II tra i suoi castelli lucani. L’Itinerario prevede Lagopesole-Melfi-Palazzo San Gervasio.

1° tappa: il Castello di Lagopesole: la residenza di caccia

Dall’alto dei suoi 800m., si innalza maestoso sui boschi della Riserva naturale di Costa Castello, nel territorio comunale di Avigliano (PZ) e domina la valle di Vitalba, un tempo confine tra i territori bizantini e longobardi e poi tra Apulia e Basilicata. In posizione suggestiva e in un territorio di grande importanza strategica sin dall’alto medioevo, il Castello di Lagopesole è stato costruito da Federico II tra il 1242 e il 1250 presumibilmente su una precedente struttura normanna. Il sovrano lo utilizzava come residenza di caccia e la masseria regia era deputata sia alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli, sia al sostentamento della corte durante i soggiorni estivi.

LagopesoleOsservando il Castello dall’alto, si nota la forma rettangolare allungata e la struttura in due sezioni, una residenziale, l’altra militare, forse proprio la preesistente struttura normanna. Le mura esterne perimetrali sono massicce e di bugnato, interrotte soltanto dall’ingresso presente sul versante occidentale. Internamente si osservano due cortili per ciascuna sezione. Gli ambienti residenziali sono su due livelli nella zona della parte settentrionale dell’edificio. Da visitare sono il Salone della Regina, il Salone dell’Imperatore, il Salone degli Armigieri e la Porta del Soccorso o Pusterla, la Stanza segreta. All’interno del Castello è possibile visitare l’Antiquarium, che espone i reperti provenienti dagli scavi archeologici effettuati alla fine degli anni ’90 nel cortile minore. Nei dintorni della fortezza è possibile visitare il Museo etnografico, il Casale di Agromonte, la Foresta demaniale di Lagopesole, le Pitture rupestri, il Mulino del Principe, il Santuario del Monte Carmine, il Borgo rurale di Piano del Conte, l’Elefante antico. Per un tuffo nel Medioevo durante il mese di agosto, in particolare, è possibile partecipare agli eventi: il Palio dei tre Feudi, il Trofeo Tiro con l’arco “Federico II di Svevia”, il Corteo storico con costumi medioevali. A coronare la suggestiva atmosfera medioevale è lo spettacolo multivisione Il mondo di Federico II. Per informazioni, costi, prenotazioni i contatti sono su www.prolocolagopesole.it e www.castellolagopesole.com

2° tappa: il Castello di Melfi: la sede delle Costituzioni del 1231

Castello di MelfiDalla fortezza federiciana di Lagopesole il mio viaggio continua verso un’altra bellezza sveva: il Castello di Melfi. La cittadina sorge su un colle vulcanico ed era la capitale del regno normanno del Sud prima di Palermo. L’attuale Castello, nella sua architettura, appare subito come un edificio non unitario e disomogeneo. L’impianto della fortezza è normanno, di pianta rettangolare con ai lati torri quadrate. Prima della sesta crociata, intorno al 1221, è stato trasformato dall’Imperatore in un imponente sistema difensivo: da un lato si notano i bastioni a picco sulla forte pendenza, dall’altro il borgo murato, la città dove vivevano coloni, artigiani e militari al servizio dei castellani. Italy, Basilicata, MelfiNel 1231, Federico II e Pier delle Vigne hanno redatto le Costituzioni, il cosiddetto Liber Augustalis, primo testo organico medievale di leggi scritte che disciplinavano la materia civile e quella penale. Inoltre, l’Imperatore si servì del Castello come tesoreria regia, come deposito delle riscossioni effettuate in Basilicata, come prigione. In proposito furono imprigionati il saraceno Othman di Lucera che dovette pagare 50 once d’oro per riacquistare la libertà; nel 1241, vi trattenne come prigionieri di riguardo due cardinali e numerosi vescovi francesi e tedeschi che avrebbero dovuto partecipare ad un Concilio per appoggiare la decisione del Papa di deporlo. A Melfi si compì parte della storia degli eredi dell’imperatore. Da visitare nella città sono il Centro storico, la Cattedrale, il Palazzo Vescovile e le Chiese rupestri. Per informazioni, costi, prenotazioni i contatti sono su www.cittadimelfi.it

3° tappa: il Castello di Palazzo San Gervasio: gli stalloni di razza dello Splendor Mundi

Castello di PalazzoLascio l’imponente Castello di Melfi e mi avvio verso la cittadina di Palazzo San Gervasio, l’ultima tappa dell’itinerario. Eretto su un’altura di circa 500m, anche la fortezza di questa cittadina è di matrice normanna, costruita a partire dal 1050 e fu modificato da Federico II. La struttura è di forma quadrangolare con i torrioni d’angolo e un cortile centrale attorno al quale si sviluppano i vari ambienti posti su tre livelli. Un ampio portale con arco a tutto sesto fa da ingresso al Castello. Nel cortile ci sono portici e alcuni ambienti che erano utilizzati come scuderie rege. Da una scalinata si accede al primo piano caratterizzato da appartamenti e al secondo ci sono i saloni di rappresentanza. Il Castello di Palazzo serviva all’Imperatore come luogo di caccia; per l’allevamento della razza dei cavalli, cosiddetti murgesi, allora molto richiesti, e dei cavalli arabi che il sovrano preferiva tra le altre razze. In queste scuderie un magister aratiarum selezionava i superbi stalloni di razza reale che facevano spicco durante i fastosi cortei imperiali. La fortezza serviva, inoltre, a dominare la Valle del Basento che guardava al Gargano e alle Murge per meglio difendersi dagli attacchi. Ma il castello fu più frequentato e divenne molto più celebre al tempo di re Manfredi (1232-1266), figlio naturale di Federico II e di Bianca, il quale, dopo la vittoria conseguita durante la battaglia di Foggia, nell’estate del 1255, vi soggiornò a lungo. Per informazioni, costi, prenotazioni i contatti sono su www.comune.palazzo.pz.it

 Maria Sansone


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